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Le dune più alte dei Caraibi insulari riceveno benefici dal progetto di riabilitazione

Le dune più alte dei Caraibi insulari, ubicate nell’area del litorale nord di Cayo Guillermo, precisamente a Playa Pilar, ricevono i benefici del progetto Riabilitazione delle dune costiere nell’arcipelago Jardines del Rey: un’alternativa per la riduzione del rischio di disastri e l’adattamento al cambio climatico.
 
Il lavoro continuo da parte di scienziati e altri specialisti ha permesso di seminare 1174 plantule di mate di costa (Cannavalia rosea), la vegetazione che permette di frenare la sabbia e favorisce la conservazione delle dune, in maniera tale che questo elemento protegge di fronte agli eventi idro-meteorologici estremi, dissipando l’energia delle onde e dei venti forti, oltre a riservare sedimenti e proteggendo un forte numero di specie di animali.
 
Il Centro d’Ingegneria Ambientale e Biodiversità (CIBA), entità scientifica incaricata di questa importante azione di restauro e conservazione della flora in questo spazio naturale e turistico, lo ha pubblicato nelle sue reti sociali istituzionali.
 
La novità del procedimento è che le semine nel litorale sono state realizzate partendo da simili stabilite nel luogo, ma concepite in una piccola serra mediante la tecnologia di riproduzione in tubetti, e con l’utilizzo di diversi substrati, (sabbia, humus di lombrico e alghe), che stimolano lo sviluppo e la crescita delle piantine.
 
Le dune ubicate nei cayos Coco e Guillermo sono classificate come le più alte dei Caraibi insulari, con caratteristiche molto peculiari, perchè sono stabili e non migrano, e secondo gli studiosi sono sorte nel Oloceno, ossia sono le più antiche della regione.
 
Precisamente, quelle vicine a Playa Pilar, in cayo Guillermo, misurano 15 metri sopra il livello del mare e sono molto apprezzate perchè bordeggiano una delle spiagge più belle dei Caraibi e del mondo.
 
Questi lavori fanno parte dell’impegno Tarea Vida, Plan de Estado, per lo Scontro al Cambio Climatico, approvato dal Consiglio dei Ministri il 25 aprile del 2017.
 
Da allora l’area delle specie esotiche invasive, come la casuarina, la leucaena leucocephala e il marabú, si è ridotta a circa 21 000 metri quadrati, ha detto Danay Rodríguez Ramos, ingengnere agronoma del CIBA e coordinatrice del progetto.

Fonte: 

Periódico Granma

Data: 

13/07/2023