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La prua invariabile, sulle acque della libertà

Photo: Juvenal Balán
Photo: Juvenal Balán

Data: 

02/12/2021

Fonte: 

Granma International

Autore: 

Che alba luminosa quella in cui un pezzetto di costa divenne un luogo imprescindibile  della storia patria!
 
Che alba epica quella nella quale 81 uomini e il loro illustre leader  gettarono le ancore sull’utopia del sogno irrealizzato dall’Apostolo per iniziare l’unica rotta possibile verso la vera libertà della nazione.
 
Che risveglio tremendo quello del 2 dicembre del 1965, quando sbarcarono con i ribelli dello yacht Granma la grinta di Maceo, la resistenza di Gómez, la volontà irrevocabile di Céspedes  e la certezza di un futuro degno per i cubani.
 
Lì in questa punta di boschi di mangrovie chiamata  Los Cayuelos, a due chilometri dalla spiaggia  Las Coloradas, a Niquero, e dopo aver vinto prima di tutto i rischi dei preparativi dall’esilio e poi la traversata pericolosa di sette giorni dal Messico a Cuba, i giovani rivoluzionari rifondavano, con un salto fermo la loro fede in un futuro di giustizia e sovranità. Al fronte c’era Fidel.
 
Chissà forse per questo non ci furono tempesta sul mare, nè acque gelide poi, né mangrovie contorte prima di toccare le terra ferma, che ponessero freni a quella convinzione assoluta d’essere liberi o martiri.
 
Il leader rivoluzionario pose allora il verde olivo, la speranza del paese per la cui difesa il costo di qualsiasi sacrificio avrebbe avuto una dottrina: La Guerra di Tutto il Popolo, con le Forze  Armate nella prima trincea, questo esercito nazionale fondato nella stessa data dello sbarco leggendario,  65 anni fa.
 
Ispirati da questo esempio irresistibile, un gruppo di 82 giovani di tutto il paese  realizza di nuovo, in questo 2 dicembre,  l’arrivo del spedizione, quando un’altra volta l’alba annuncia che la prua di quest’isola mantiene sempre la rotta su acque di piena libertà.